“Vittoriano Viganò: il principio del non finito come scelta di vita”

Storie di Architetti e Architetture 2019

09 Maggio 2019 ore 17
Milano, Showroom Refin Studio, Via Melone 2
Durata della conferenza: 2 h
2 CFP per architetti

*Conferenza annullata

Vittoriano Viganò è uno dei protagonisti indiscussi dell’architettura del Novecento e in particolare del Neo Brutalismo, sviluppatosi in Inghilterra e fondato da Alison e Peter Smithson nel 1954. Il termine Neo è un modo provocatorio nei confronti di linguaggi ancora improntati sul sentimentalismo dell’Ottocento, dal Neo Empirismo al Neo Umanesimo, dal Neo Liberty al Neo Realismo. L’obiettivo è contrapporsi alla cultura tradizionale inglese supportata dallo storico Nikolaus Pevsner che ne aveva auspicato un’influenza nell’architettura moderna e che aveva affermato come anche nell’opera di Le Corbusier si sarebbe riscontrato il tema del pittoresco. Gli Smithson, già fautori dell’Independent Group, contestano violentemente questo assioma, supportati dallo storico e critico, anch’esso inglese, Reyner Peter Banham. Il Neo Brutalismo stabilisce come l’architettura debba essere priva di ambiguità tra forma, struttura e funzione, eleggengo Le Corbusier e Mies Van der Rohe come membri del movimento e non come padri spirituali. Infatti la cura e l’attenzione per i dettagli rappresentano per Mies un sinonimo di verità e onestà che si ritrovano nelle sue architetture, un attegiamento lontano ideologicamente dall’International Style che mirava a diffondere uno stile univoco.

La conferenza si focalizza  sulla analisi critica dell’opera di Viganò, evidenziando la sua capacità nel costruire uno spazio “non finito come infinito, che lascia intendere – scrive Anna Rita Emili – una insofferenza di matrice anarchica rispetto a regole prestabilite”. La stessa “matrice anarchica” viene adottata da Viganò nel suo progetto manifesto per l’Istituto Marchiondi Spagliardi (Milano 1953) per ragazzi difficili nella periferia milanese, unico esempio italiano insieme al quartiere Sorgane di Ricci e Savioli, di Neo Brutalismo confrontabile con l’opera degli Smithson. Come scrive Attilio Stocchi per Viganò “il non finito è una scelta di vita[…] il non finito rappresenta la libertà, la possibilità che lo spazio e la materia non siano compiuti e la disillusione che esiste un finito, un perfetto compiuto”.

 

 

Interventi di:

Ugo La Pietra – Architetto, artista

Anna Rita Emili – Architetto, Scuola di Architettura e Design, Unicam

Moderatore: Emanuele Piccardo

 

Biografia Relatori

Anna Rita EmiliArchitetto, si laurea nel 1990 presso la facoltà di Architettura “La Sapienza” di Roma, relatore Prof. Carlo Chiarini, correlatore Prof. Umberto Cao. Dal 1996 al 2004 insegna Progettazione Architettonica nella Facoltà di Architettura “La Sapienza” di Roma e alla Facoltà di Architettura “Roma Tre”, collaborando alla didattica con il Prof. Alessandro Anselmi e dal 1995 al 2000 fa parte del gruppo Stalker (laboratorio di arte urbana). Nel 1997 consegue il titolo di Dottore di Ricerca in Composizione Architettonica e Teorie della Composizione Architettonica presso la Facoltà di Architettura “La Sapienza” di Roma. Dal 1998 al 2004 è professore a contratto in Teoria e Tecnica della Progettazione Architettonica presso la Facoltà di Architettura di Camerino, sede di Ascoli Piceno, insegnamento all’interno del laboratorio di Progettazione Architettonica del Prof. Cristiano Toraldo di Francia (Superstudio). Dal 2001 al 2004 è professore a contratto in Progettazione degli Spazi Aperti, presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Attualmente è Ricercatrice in Progettazione Architettonica presso la Facoltà di Architettura di Camerino, sede di Ascoli Piceno. Nel 1999 pubblica un libro dal titolo La copertura /tema archítettonico, ed Diagonale, Roma e nel 2003 il libro dal titolo Buckminster Fuller e le Neoavanguardie, ed Kappa Roma. Nel 2005 il volume pubblicato da Kappa, dal titolo Altro_studio, dalla casa provvisoria all’unità d’abitazione riporta gli esiti della ricerca progettuale sul tema della residenza. Nel 2008 pubblica il libro dal titolo Puro e semplice, l’architettura del Neo Brutalismo, Kappa Roma e nel 2011 il libro dal titolo Architettura estrema, il Neobrutalismo alla prova della contemporaneità, ed Quodlibet Macerata. Diversi suoi progetti sono presenti in numerose riviste di architettura e design, nazionali e internazionali. Ha esposto le sue ricerche teoriche e progettuali: alla Citè D’Architecture & du Patrimoine (Parigi 2010), Triennale di Milano (Milano 2008), World Architecture Festival (Barcellona 2004).

Ugo La PietraArchitetto, artista e designer .Si laurea in Architettura al Politecnico di Milano e viene incaricato come assistente dal Prof. Vittoriano Viganò nel corso di Interni e quindi dal Prof. Cesare Blasi nel corso di Composizione l. Dal 1962 ha sviluppato un’attività tendente alla chiarificazione e definizione del rapporto “individuo-ambiente”. All’inizio di questo processo di lavoro ha realizzato strumenti di conoscenza (modelli di comprensione) tendenti a trasformare il tradizionale rapporto “opera-spettatore”. Ha operato dentro e fuori le discipline dichiarandosi sempre “ricercatore nelle arti visive”; artista anomalo e scomodo e quindi difficilmente classificabile.
Con le sue ricerche dal 1960 ha attraversato diverse correnti artistiche: arte segnica, arte concettuale, arte ambientale, arte nel sociale, narrative art,cinema d’artista,nuova scrittura, extra media, neo-eclettismo,architettura e design radicale. Ha comunicato e divulgato il suo pensiero e le sue esperienze attraverso un’intensa attività didattica ed editoriale. Si è fatto promotore di gruppi di ricerca (Gruppo del Cenobio, Gruppo La Lepre Lunare, Global Tools, Cooperativa Maroncelli, Fabbrica di Comunicazione, Libero Laboratorio) e di attività espositive coinvolgendo un grandissimo numero di operatori (artisti, architetti, designer). Nel 1965/66 inizia ricerche (con materiali acrilici) all’interno dei fenomeni tissurali mediante “strutturazioni” in cui è evidente l’introduzione, nell’elemento programmato, di un segno randomico, di disturbo.

Nel 1967 inizia la definizione della teoria del “Sistema Disequilibrante“, che pubblicherà nel 1968/69, applicata a opere e azioni a scala oggettuale e urbana (per sottolineare le contraddizioni all’interno dell’ambiente urbano stesso), rappresenterà una delle espressioni più originali del design radicale. Nel 1968 inizia la ricerca (con Livio Marzot) sulle periferie urbane con espliciti riferimenti all’uso di strumenti per la riappropriazione dell’ambiente. Progetta e realizza “Ambiente Audiovisivo” alla Triennale di Milano.

Nel 1969 vince i premi di pittura: “Premio Termoli”, “Premio Joan Mirò”, “Premio Cesare da Sesto”. Partecipa alla IV Settimana di Pittura al Museum Johanneum di Graz. Realizza per la manifestazione “Campo Urbano” a Como un intervento urbano nell’isola pedonale. Partecipa al concorso per la Libera Università di Bruxelles. Partecipa al concorso per il Padiglione Italiano all’Expo Osaka. Intensa anche la sua attività editoriale con la collaborazione con Domus, e la fondazione delle riviste In. Argomenti e immagini di Design, Progettare INPIÙ, Brera Flash.
Nel 1979 vince il Compasso d’oro per la ricerca sugli alloggi Gescal.

Nel 2014 il Triennale Design Museum organizza una grande mostra monografica “Ugo La Pietra. Progetto disequilibrante”

Biografia Moderatore

Emanuele Piccardo. Architetto, laureatosi alla Facoltà di Architettura di Genova nel 2000, è critico di architettura, fotografo e regista. Nel 2002 fonda la rivista digitale scientifica archphoto.it e nel 2003 l’associazione culturale plug_in che, dal 2007, pubblica libri di architettura e fotografia.
Nel 2006 realizza la ricerca, supportata dall’Ordine degli Architetti di Torino, Soleritown, sulla sperimentazione architettonica di Paolo Soleri in America. Nel 2011 fonda archphoto2.0, la versione cartacea di archphoto.it, collezionata nel progetto Archizines, a cura di Elias Redstone, presente nella biblioteca del  Victoria and Albert Museum di Londra. Ha lavorato come fotografo dal 1996. Il suo lavoro si concentra sul paesaggio ordinario anonimo italiano e americano. Dal 2014 si occupa del West americano attraverso una ricerca architettonica e fotografica tuttora in corso. Le sue fotografie sono collezionate al MAXXI e alla  Bibliothèque Nationale de France. Dal 2005 al 2015 ha studiato l’architettura radicale italiana attraverso mostre, conferenze e libri in Italia e America. Nel 2013 ha vinto il grant della Graham Foundation for Advanced Fine Arts per il progetto di ricerca “Beyond Environment”; nel 2015 vince l’Autry Scholar Fellowship per la  ricerca “Living The Frontier”. Come regista di film vince nel 2009 l’International Asolo Art Film Festival per il documentario “Lettera22” su Adriano Olivetti; nel 2016 “L’architetto di Urbino”, cortometraggio su Giancarlo De Carlo selezionato ai più importanti festival internazionali di film di architettura e vince il Premio Speciale Appia Nuova al Conversazioni Video-Art Doc Festival di Roma. Nel 2017 ha fatto parte del comitato scientifico della mostra “Ettore Sottsass. Oltre il design” allo CSAC dell’Università di Parma. Nel 2018 ha vinto, con l’associazione cultural plug_in ed insieme al DIAP-Università La Sapienza, il bando del MIBAC “Censimento Nazionale Architetture del Secondo Novecento”. Ha tenuto conferenze al Politecnico di Milano, SCI-Arc/Los Angeles, Pratt Institute/New York, Princeton School of Architecture, Politecnico di Torino, IUAV. Le sue fotografie sono collezionate al MAXXI e alla  Bibliothèque Nationale de France.

 

*Conferenza Annullata

 

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